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[ un paio di mani ]
Vincent - Non hai idea di quanto possa paralizzare lo stare a fissare una tela vuota: è come se dicesse al pittore Non sai far nulla. La tela ti sta a guardare come un idiota ed ipnotizza alcuni pittori, a tal punto da farli diventare degli idioti essi stessi. Molti pittori hanno paura della tela vuota, ma la tela vuota a sua volta ha paura di un pittore appassionato che sia anche audace – che una volta per tutte abbia rotto l’incantesimo del “non sai fare”.[1]
Dur. 05' 53"
Feticismo per feticismo... realmente tra il dire e il dare c’è di mezzo il fare. Ossia: la mano.

Ho letto da qualche parte che Derrida avrebbe scritto un saggio sulla mano (di Heidegger) in riferimento all’esistere come dimensione operativa.
Avviene qualcosa, è stato posto qualcosa nella tela, nei colori, e per questo la tela, i colori si rivelano come pittura: ciò ha richiesto l’opera della mano.
Il mostrarsi della pittura rivelerebbe l’opera della mano anziché dell’uomo che lavora?

Al giorno d’oggi il denaro corrisponde a quanto una volta era il diritto del più forte. Contraddire una persona è cosa fatale e se uno lo fa, la reazione non è di far riflettere l’altra persona, ma che uno si prende un bel pugno.[2] 

Come le scarpe ai piedi anche i guanti alle mani sono un “mezzo”, che ha la sua fidabilità nel prendere? la sua misura [3] nella taglia del guanto invece che nel salario operaio? 

Per il momento, quindi, date le circostanze, non posso che mostrargli la mia “mano di disegnatore” – non certo per attaccarlo e tanto meno per minacciarlo. Ma devo usare il mio strumento come posso.[4]

Puzzo di natura morta.

Se una mano tagliata, spiccata dal corpo è la farsa di un uomo, cos’è mai un guanto?
Per caso: la caricatura stessa di un uomo ridicolo? 

"Ma ti trovi di fronte ad un chiaro rifiuto!” obietterai. Rispondo: Vecchio mio, per il momento considero quel rifiuto come un blocco di ghiaccio che mi stringo al cuore, sperando di riuscire a scioglierlo.[5]

Puzzo di mano morta.

Avevo ancora delle speranze ed il mio amore restava vivo nonostante il suo rifiuto, che io pensavo fosse come un pezzo di ghiaccio che si sarebbe sciolto infine. Ma non trovavo riposo… Poi andai ad Amsterdam. Là mi dissero « Quando nella casa ci sei tu, Kee esce. Risponde “Non lui di certo” al tuo “Lei e nessun’altra”. La tua insistenza è disgustosa ». Misi la mano sulla fiamma della lampada e dissi « Lasciatemela vedere per il tempo in cui riesco a tenere la mano sulla fiamma ». - Nessuna meraviglia che Tersteeg forse abbia notato la mia mano in seguito.[6] 

Puzzo di mano cotta. 

Di gelido amianto
fate che siano,
contro la combustione
e le ulcere delle sifilidi,
i vostri guanti.
[1] - Vincent a Theo, Nuenen, 2 ottobre 1884 (n. 464-379/9).
[2] - Vincent a Theo, L’Aia 16 maggio 1882 (n. 227-193).
[3] - “Pointure”, termine di guantaio francese: Numero di misura di un paio di guanti.
[4] - V. van Gogh, lettera a Theo, Etten 11 novembre 1881 (n.182, 156).
[5] - V. van Gogh, lett. a Theo, Etten 7 novembre 1881 (n. 180, 154).
[6] - Vincent a Theo, L’Aia 16 maggio 1882 (n. 227-193) - “Per esprimere i miei sentimenti nei riguardi di Kee io dissi “Lei e nessun’altra”. Ed il suo “No, mai, mai” non fu abbastanza forte da farmi rinunciare a lei. Avevo ancora delle speranze ed il mio amore restava vivo nonostante il suo rifiuto, che io pensavo fosse come un pezzo di ghiaccio che si sarebbe sciolto infine. Ma non trovavo riposo. La tensione divenne insopportabile perché ella taceva sempre e mai ricevevo una parola di risposta. Poi andai ad Amsterdam. Là mi dissero «Quando nella casa ci sei tu, Kee esce”. Risponde “Non lui di certo” al tuo “Lei e nessun’altra” “la tua insistenza è disgustosa». Misi la mano sulla fiamma della lampada e dissi “Lasciatemela vedere per il tempo in cui riesco a tenere la mano sulla fiamma” – Nessuna meraviglia che Tersteeg forse abbia notato la mia mano in seguito. Ma penso che abbiano spento la lampada e detto “Non la vedrai”.
Figure, da sinistra: Hans von Gersdoff (1517), xilografia colorata a mano dal Feldtbuch der Wundartzney, Museo d’Arte di Philadelphia; Paul Gauguin, L'Arlésienne (Madame Ginoux), Arles 1888, carboncino e gessi bianchi e colorati su carta cm. 56.1 × 49.2; Fine Arts Museum di  San Francisco.



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